Nelle serate piovose come quella di ieri trovo che certi pezzi calzino a pennello e assecondino quella sensazione di malinconia a cui peraltro sono tendenzialmente incline. “Polka dots and moonbeams” è uno dei più famosi standard jazz. Fu la prima hit di successo di Frank Sinatra con la Tommy Dorsey Orchestra ed uscì per la prima volta nel 1940.
Il testo narra di un uomo che durante una danza country viene urtato da una donna. Quando si volta se ne innamora (vede pois e raggi di luna, “dots and moonbeans”), ma si rende conto che la donna ha un naso da carlino. Nonostante qualche perplessità, l’uomo chiede alla donna di concedergli il ballo successivo e da quel momento, di fronte agli sguardi indiscreti degli altri ballerini, capisce che non gliene importa nulla. Il testo finisce con l’immagine di un cottage in cui l’uomo può vivere per sempre tra pois e raggi di luna baciando il suo “sogno dal naso carlino” (“pug-nosed dream”). Ecco il testo:
A country dance was being held in a garden
I felt a bump and heard an “Oh, beg your pardon”
Suddenly I saw polka dots and moonbeams
All around a pug-nosed dreamThe music started and was I the perplexed one
I held my breath and said “May I have the next one?”
In my frightened arms, polka dots and moonbeams
Sparkled on a pug-nosed dreamThere were questions in the eyes of other dancers
As we floated over the floor
There were questions but my heart knew all the answers
And perhaps a few things moreNow in a cottage built of lilacs and laughter
I know the meaning of the words “Ever after”
And I’ll always see polka dots and moonbeams
When I kiss the pug-nosed dream

La parte musicale divenne appunto uno standard della tradizione jazz, ripresa da vari artisti. La tromba di Chet Baker vi ha fraseggiato su in una versione bellissima, ma la trasposizione pianistica fatta da Bud Powell è qualcosa di sublime. Mettiamoci pure che la versione suonata da Dick Hyman è stata scelta da Woody Allen per la colonna sonora di “Anna e le sue sorelle” e il quadro è completo.